https://www.slideshare.net/corsale/flow-e-alta-prestazione
In genere, per rispondere a questa domanda, ripensiamo a situazioni in cui siamo stati molto partecipi, in cui avevamo emozioni positive, la sensazione di essere capaci e padroni della situazione. In quei casi sembra che il tempo sia trascorso molto velocemente. Queste sensazioni sono tipiche dello stato di flow o esperienza ottimale.
Il flow o l’esperienza ottimale si verifica quando si è impegnati in qualche attività stimolante, interessante e piuttosto difficile e quando anche le nostre abilità sono ad un livello piuttosto alto.
Quando si verifica questo stato di equilibrio tra difficoltà medio-alte e abilità medio-alte possiamo dunque sperimentare il flow, uno stato gradevole che, spesso permette anche di raggiungere le migliori prestazioni [peak performance] in qualunque ambito : non solo professionale e sportivo ma anche sociale e relazionale.
Lo studioso che per primo si è occupato di questo fenomeno è Csikszentmihalyi, psicologo di origine ungherese, che, insieme ad altri psicologi, ha descritto un modello che illustra come, al variare della percezione delle nostre abilità e della difficoltà della situazione da affrontare, viviamo anche emozioni di tipo diverso.
Si osserva che alla condizione di alta difficoltà della situazione e di elevate abilità [corrispondente appunto alla condizione di flow] si contrappone quella di apatia [tipica anche della sintomatologia depressiva] caratterizzata da basse abilità e da basse difficoltà della situazione. D’altra parte gli psicologi hanno osservato che una condizione di ansia è invece caratterizzata da bassi livelli di abilità e da alti livelli di difficoltà della situazione.
Poiché ogni persona desidera replicare le esperienze in cui in cui ha provato emozioni piacevoli ed ha raggiunto buoni risultati (come nel flow), è normale cercare di ritrovare le condizioni che hanno permesso quelle esperienze positive: questo è il motivo per cui le persone continuando cimentarsi nell’attività in cui si è verificata un’esperienza di flow.
Con la pratica, un po’ per volta, le abilità miglioreranno ma, per ritrovare nuovamente lo stato di flow, è necessario che alle abilità migliorate corrisponda anche la possibilità di cimentarsi in difficoltà ancora più elevate in modo tale da mantenere l’equilibrio tra alto livello di difficoltà della situazione ed alto livello di abilità, condizione che permette di sperimentare il flow [detto anche esperienza ottimale]. Questo è il meccanismo attraverso il quale gli atleti, per esempio, migliorano le proprie prestazioni ed il motivo per cui hanno progressivamente bisogno di trovare nuove sfide.
Si è osservato che, quando ci si trova nella condizione di flow, si esprimono anche migliori prestazioni sia nell’ambito sportivo ma anche in altri contesti, da quelli lavorativi a quelli interpersonali.
Per favorire l’esperienza di flow occorre mantenere in equilibrio il livello delle proprie abilità e la difficoltà della situazione da affrontare. Inoltre è importante definire obiettivi chiari e precisi verso cui orientare la propria azione e saper cogliere i feedback immediati di quello che si sta facendo.
L’ingrediente fondamentale perché si verifichi uno stato di flow è che la persona sia intrinsecamente motivata a portare avanti l’attività e che focalizzi la propria attenzione non tanto sul risultato finale che intende raggiungere quanto su quello che sta facendo e vivendo in quel momento. In queste condizioni ci sarà il pieno coinvolgimento nell’azione e la percezione di avere un pieno controllo di quanto sta succedendo. Questo aspetto risalta in modo particolare nella pratica di discipline insolite, talvolta definite “a rischio”, come la speleologia.
In questo modo ci saranno prestazioni migliori [peak performance] e saranno raggiunti risultati eccellenti.
L’attività diventa noiosa quando, per la crescita delle proprie abilità, si perde la condizione di equilibrio tra alto livello di abilità e alto livello di difficoltà della situazione, necessarie perché si verifichi lo stato di flow.
Per raggiungere nuovamente lo stato di flow è opportuno osservare maggiore attenzione gli avvenimenti, non accettando passivamente quello che accade come l’unica possibilità ma cercando alternative fino a trovarne una più stimolante e più interessante da sviluppare.
Quando si verifica uno stato di flow, nello sport come negli altri contesti:
All’estremo opposto troviamo tutte le situazioni in cui lo stato emotivo prevalente è l’apatia o la noia: condizioni caratterizzate da bassi livelli di difficoltà e di abilità.
Di questi fanno parte le situazioni che vengono vissute prevalentemente in modo passivo. Ad esempio, guardare la televisione molto a lungo, quando non c’è un programma che interessa realmente, può favorire sensazioni sgradevoli, come altre attività, eccessivamente protratte, in cui non si è direttamente coinvolti e partecipi.
Per raggiungere più spesso esperienze piacevoli e ottimali [flow] nella quotidianità è necessario impegnarsi attivamente per favorire le condizioni che promuovono il flow, riducendo progressivamente le attività passive e poco coinvolgenti.
Gli psicologi studiosi del flow, e in generale la Psicologia Positiva indicano che raggiungere più più frequentemente lo stato di flow permette di avere un miglioramento della qualità della vita e del benessere psicologico perché, con il flow, si vivono esperienze qualitativamente buone e appaganti, caratterizzate da emozioni positive.
La Dottoressa Beatrice Corsale, psicologa e psicoterapeuta, si occupa di Psicologia Positiva e di flow, svolgendo in questi ambiti attività di: ricerca, formazione, docenza e divulgazione, ha inoltre pubblicato vari articoli sul tema del flow.